part 4

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Scene 1 (0s)

Per co-costruire un Progetto di vita è necessario prefigurare, immaginare il proprio futuro, tenendo conto di potenzialità, talenti, desideri e aspirazioni che devono essere trasformati in aspettative realistiche e tradotti con progettualità mirate nel breve, medio e lungo termine, considerando i diversi ruoli sociali che ogni persona si trova e si troverà ad assumere. → PdV = percorso che accompagna la vita dell’utente Sviluppo del progetto di vita con gli approcci dialogico-partecipati e il VPT Fase 1. Ideazione - Nascita dell’idea di progetto (PdV) Momento in cui un attore del contesto (interno o esterno all’istituzione) inizia ad ipotizzare l’intenzione educativa a delineare e stimolare possibilità di cambiamento riguardanti la persona, i gruppi informali, le organizzazioni, le comunità ed i contesti territoriali. - Analisi della prima idea di progetto (PdV) Riflessione sulle motivazioni, sulla funzionalità e sui possibili effetti dell’idea di progetto, considerando le proprie competenze secondo la gerarchia stabilita nell’Istituzione e i canali di comunicazione istituzionali, sia che l’idea provenga dall’operatore o da una richiesta di un altro attore interno o esterno all’istituzione. Sviluppo del progetto di vita con gli approcci dialogico-partecipati Fase 1. Ideazione - Co-costruzione dell’idea di progetto (PdV) - A. Analisi della situazione-problema su cui s’intende elaborare il progetto, dei bisogni, delle risorse e delle aspettative Il processo di raccolta informazioni e analisi della situazione si sviluppa attraverso alcune fasi specifiche: - Osservazione diretta e/o partecipante - Raccolta anamnesi e percorso socioeducativo, formativo e professionale fino ad ora vissuto dal protagonista del progetto (PdV) attraverso un’analisi documentale e momenti dialogici (incontri, colloqui, riunioni, …) con l’interessato e le persone di riferimento - Individuazione delle altre persone significative per il protagonista del progetto nella rete interna ed esterna all’istituzione, formale e informale - Individuazione iniziale delle risorse e dei bisogni emancipativi in relazione alle finalità del proprio ruolo professionale e dell’istituzione in cui si opera Sviluppo del progetto di vita con gli approcci dialogico-partecipati Fase 1. Ideazione - Co-costruzione dell’idea di progetto (PdV) - A. Analisi della situazione-problema su cui s’intende elaborare il progetto, dei bisogni, delle risorse e delle aspettative Il rilevamento delle risorse, dei bisogni e delle aspettative può avvenire solo tramite modalità di co-osservazione e di confronto dialogico. L’analisi dei bisogni va sempre posta in stretta relazione con il contesto di appartenenza e con gli ambienti di vita dei protagonisti del progetto e deve essere orientata: - Alla co-costruzione di un processo di consapevolezza delle necessità e dei limiti e ad una valorizzazione delle risorse e delle potenzialità - A definire le azioni e il percorso di cambiamento da attivare con il progetto - Ad accrescere la percezione della possibilità di incidere sulla realtà - Alla trasformazione dei bisogni in obiettivi emancipativi per orientare le strategie progettuali.

Scene 2 (1m 5s)

- A sviluppare competenze di auto-progettazione della propria vita nei protagonisti volti all’accrescimento delle autonomie e dell’empowerment dei soggetti implicati Sviluppo del progetto di vita con gli approcci dialogico-partecipati Fase 1. Ideazione - Co-costruzione dell’idea di progetto (PdV) - B. Prima individuazione di possibili obiettivi e strategie d’intervento L’équipe in relazione all’analisi preliminare della situazione problema effettuata formula alcune prime ipotesi di obiettivi e strategie di intervento che andranno poi negoziate con le persone coinvolte nel processo dialogico di progettazione. Sviluppo del progetto di vita con gli approcci dialogico-partecipati Fase 2. Attivazione - Definizione della rete da coinvolgere nel progetto - Individuazione delle persone che si ritengono significative da coinvolgere nella costruzione del progetto, dei loro ruoli e funzioni. - Per individuare le persone da coinvolgere all’interno di un processo di progettazione partecipata è necessario comprendere quali persone della rete di relazioni personali e professionali (rete socio-assistenziale, volontariato, etc.) del potenziale protagonista del progetto hanno una reale influenza sui possibili processi di cambiamento evolutivi. - Processo di co-costruzione della partecipazione - Negoziazione della condivisione (co-costruzione di significati condivisi) con le diverse persone coinvolte (all’interno dell’istituzione, con l’utente, con la rete esterna all’istituzione) Sviluppo del progetto di vita con gli approcci dialogico-partecipati Fase 2. Attivazione - Processo di co-costruzione della partecipazione La questione centrale del processo di progettazione è la costruzione di un significato comune del problema prima della ricerca di una sua “soluzione”. La progettazione nel processo di costruzione di un significato condiviso del problema richiede il grande sforzo di costruire un modo “comune” di leggere la situazione che integri le diverse visioni in campo. La progettazione intesa come costruzione di significati condivisi assume l’ottica tipica del processo di ricerca – azione in quanto i diversi attori possono identificarsi con il processo progettuale contribuendo a costruirlo, ne sono com-partecipi e si sentono più coinvolti, confermati nella propria identità e competenza, acquisendo motivazione a rendere concrete le decisioni e a valutare gli effetti per riformulare in itinere il progetto. Sviluppo del progetto di vita con gli approcci dialogico-partecipati Fase 2. Attivazione - Processo di co-costruzione della partecipazione La progettazione è un processo intersoggettivo di ricerca e di costruzione collettiva che avviene mediante scambi e negoziazioni tra più soggetti, diventa quindi ricerca e costruzione condivisa di significati attraverso l’incontro tra persone e sistemi relazionali inseriti in contesti/organizzazioni, portatori di visioni valori, che possono essere tra di loro differenti, ambigue e contraddittorie. La progettazione si prefigura come un processo che, volta per volta, costruisce con i diversi attori coinvolti nel progetto il significato e il senso delle azioni da intraprendere..

Scene 3 (2m 10s)

Sviluppo del progetto di vita con gli approcci dialogico-partecipati Fase 2. Attivazione - Co-costruzione di una lettura condivisa della situazione iniziale Per sviluppare un progetto individualizzato partecipato é necessario prevedere momenti di co-costruzione di significati condivisi di quanto viene percepito della situazione di partenza dai diversi attori coinvolti (protagonisti, persone significative, équipe, professionisti della rete): - Organizzare incontri con le diverse figure significative per attivare un confronto sulle rappresentazioni che porti ad elaborare una lettura complessa e condivisa della situazione- problema su cui è necessario intervenire - Durante gli incontri l’operatore assume il ruolo di facilitatore della comunicazione ed aiuta i partecipanti ad esprimersi in modo costruttivo riguardo la situazione presente, passata e futura - Si tengono in considerazione le diverse letture della situazione aiutando i partecipanti ad esprimere il loro punto di vista sulla situazione, la loro definizione dei bisogni e/o dell’area problematica su cui intervenire, le spiegazioni che si sono dati del problema e i tentativi di soluzione finora intrapresi Processo di co-costruzione della partecipazione Costruzione di una lettura condivisa L’operatore riformula quanto emerso in una nuova narrazione dove convergono i punti di vista degli attori coinvolti, in un quadro coerente e funzionale all’elaborazione del progetto educativo partecipato. Per formulare una ipotesi di lettura condivisibile da tutti si costituisce una base partendo dai punti in comune e integrando in seguito quelli divergenti rielaborati in una prospettiva progettuale positiva. Possibili ostacoli al processo di negoziazione, indicazioni di metodo: - Consuetudine ad esprimersi per «slogan» e generalizzazioni cristallizzate - Richiedere esempi concreti che hanno portato a elaborare tali affermazioni - Resistenza alla percezione dei punti di vista diversi dal proprio - Spiegare l’importanza di ascoltare tutti i punti di vista, che sono tutti validi, per poter sviluppare una visione più complessa della situazione - Tendenza a rifugiarsi nel «fare», nel «trovare» e attuare «risposte e soluzioni» prima di concordare «che visione abbiamo della situazione», Ansia di trovare al più presto la risoluzione del problema - Non parlare delle soluzioni prima di aver trovato un accordo sulla visione condivisa della situazione-problema da affrontare.

Scene 4 (3m 15s)

Lezione 4.12.2023 Il ciclo di progettazione Attivazione – Obiettivi e piano di azione condiviso Attivazione Co-costruzione di obiettivi condivisi In ogni progetto, una volta condivisa la lettura della situazione da tutte le persone coinvolte, bisogna elaborare degli obiettivi che indicano le mete da raggiungere e i cambiamenti attesi, concordati con tutti gli interlocutori. Gli obiettivi generali condivisi danno l’orizzonte di senso al progetto indicando la declinazione di macrofinalità del lavoro sociale sulla specifica situazione; gli obiettivi specifici condivisi, indicano i cambiamenti osservabili attesi per raggiungere gli obiettivi generali. Ogni obiettivo non dovrà essere considerato come elemento statico, preordinato e soggetto a una possibile gerarchizzazione «ma come dinamico, come processo interattivo tra il soggetto e l’ambiente circostante». Gli obiettivi possono essere organizzati in gruppi relativi a specifiche aree di apprendimento. → Se non raggiungo l’obiettivo va bene! importante osservare anche gli aspetti evolutivi e non solo il risultato finale → Max 2/3 obiettivi generali tra cui max 2/3 obiettivi specifici (periodo medio-lungo termine = 1/1.5 anni) Attivazione Co-costruzione di obiettivi condivisi Gli obiettivi nel processo progettuale partecipato assolvono a più funzioni: - Orientativa Delineano lo scopo dell’agire progettuale, sia a livello dell’orizzonte di senso nella declinazione delle macrofinalità del lavoro sociale per lo specifico progetto, sia nell’individuazione di mete concrete e raggiungibili inerenti lo sviluppo di specifici apprendimenti e competenze - Comunicativa Contribuiscono ad attivare scambi di comunicazione chiari e condivisi a diversi livelli: con l’utenza, tra i professionisti che operano all’interno della stessa struttura (équipe) e con la rete formale e informale esterna - Decisionale Consentono di ancorare gli interventi e le scelte a finalità discusse e condivise a priori tra tutti gli attori coinvolti, garantendo lo sviluppo di partnership cooperative fondate sul rispetto dell’empowerment relazionale e della distribuzione delle responsabilità.

Scene 5 (4m 19s)

- Valutativa Fornendo possibili traduzioni in indicatori di valutazione sia del raggiungimento dei risultati attesi (es: sviluppo di specifiche competenze, apprendimenti conseguiti, ...) sia in merito alla validità del processo partecipato attivato. Costruzione di obiettivi generali condivisi - Descrizione degli obiettivi (scritta e dialogale) «Scrivere bene gli obiettivi rende possibile uno sviluppo progettuale teso alla concretezza, all’ esplicitazione delle traiettorie e dei traguardi e, non secondario, rende fruibile il progetto a possibili valutatori o, semplicemente, a coloro con i quali lo si deve/può condividere.» Gli obiettivi generali devono essere giustificabili e coerenti rispetto alle esigenze emerse dalle persone coinvolte nel progetto ed alle finalità istituzionali. - Definiscono il risultato da conseguire a medio-lungo termine, alla conclusione dell'intervento educativo. - Designano processi di apprendimento complessi in rapporto a specifiche aree di apprendimento. Spesso sono formulati come declinazione sulla specifica situazione di una o più macrofinalità del lavoro sociale (es. accrescere l’autonomia di gestione della quotidianità, accrescere il livello di integrazione sociale…). Essi determinano le successive strategie d’azione e di programmazione. - Indicano mete coerenti con le finalità professionali dell’operatore sociale - Di regola, vanno formulati all’infinito. Costruzione di obiettivi specifici condivisi Concordati gli obiettivi generali da perseguire, è importante che essi vengano declinati in obiettivi specifici all’interno di ogni ambito d’ intervento ritenuto necessario (competenze di gestione della vita quotidiana; competenze cognitive, scolastiche e/o professionali; competenze relazionali, affettive, sociali; competenze di gestione del tempo libero, passioni; competenze di cura della propria salute; competenze di effettuare scelte consapevoli e di gestirne le conseguenze-autodeterminazione). - Gli obiettivi specifici designano prestazioni semplici e osservabili. Devono essere formulati come mete da raggiungere a breve-medio termine, che concorrono a perseguire un obiettivo generale. - È importante che gli obiettivi specifici siano perseguibili, ossia realistici per le capacità attuali delle persone implicate (vedi zona di sviluppo prossimale) e per le condizioni di fattibilità del contesto, tenendo sempre in considerazione le potenzialità di sviluppo inclusivo dei contesti stessi. Inoltre, per attivare la motivazione al cambiamento degli attori coinvolti nel progetto, gli obiettivi specifici devono essere ambiziosi nel senso di mirare all’apprendimento di nuove competenze o ad un maggior grado di padronanza delle stesse. Costruzione di obiettivi generali condivisi Zona di sviluppo prossimale La relazione intersoggettiva consente agli individui di effettuare una progressione conoscitiva più ampia rispetto a ciò che essi riuscirebbero ad effettuare da soli. In questa prospettiva il presupposto per lo sviluppo è rappresentato dalla relazione con gli altri. Differenza tra ciò che la persona sa fare da sola e ciò che sa fare insieme ad un altro.

Scene 6 (5m 24s)

Costruzione di obiettivi generali condivisi Zona di sviluppo prossimale → Es: bimbo che sta imparando a mangiare - Con le mani = capace → zona affettiva - Con il cucchiaio = se aiutato → zona di sviluppo prossimale - Con il coltello = non capace → zona di sviluppo potenziale Descrizione degli obiettivi specifici Gli obiettivi nella progettazione partecipata per poter assolvere alle funzioni citate devono essere espressi con un linguaggio SMART - Semplice, chiaro e comprensibile per tutte le persone coinvolte - Monitorabile, attraverso le modalità e gli indicatori di valutazione condivisi. Gli indicatori prefigurano i micro-cambiamenti osservabili attesi (comportamenti, azioni in situazione…) che vanno a concorrere al raggiungimento degli obiettivi. - Auspicabile, che indica mete riconosciute come opportune e adeguate da tutte le persone coinvolte - Realistico, raggiungibile, senza essere sovradimensionato o sottodimensionato (es: zona prossimale di sviluppo), concreto - Temporale, collocabile in un lasso di tempo realistico per renderlo attuabile. La definizione dei tempi previsti per il raggiungimento degli obiettivi dà anche indicazioni agli operatori sull’efficacia del proprio agire progettuale. Attivazione Co-costruzione di obiettivi condivisi Descrizione degli obiettivi specifici (scritta e dialogale) Gli obiettivi nella progettazione partecipata per poter assolvere alle funzioni citate devono essere espressi con un linguaggio SMART. Obiettivo Generale 1: aumentare l’autonomia negli spostamenti sul territorio.

Scene 7 (6m 11s)

Attivazione – Co-costruzione delle azioni progettuali Le azioni progettuali sono un insieme di interventi concatenati attorno agli obiettivi specifici da realizzare all’interno di una dotazione definita di risorse, in un tempo e in uno spazio specificato e progettato a priori Sono la parte del progetto che sviluppa la pianificazione delle azioni per raggiungere i risultati. Rappresentano il processo attraverso cui si mettono in relazione gli obiettivi con le azioni, le metodologie, le risorse, gli spazi e i tempi. Rappresentano quindi la pianificazione dettagliata del lavoro da svolgere e lo strumento che consente di aver chiari gli elementi costitutivi per avviare il processo. → Aiutare l’utente non è un obiettivo, bensì la mia mansione Attivazione – Co-costruzione delle azioni progettuali Gli elementi collegati all’obiettivo che rappresentano i fattori costitutivi del piano di azione sono: - Le azioni (che cosa si intende fare) - Le metodologie (il modo in cui si intende agire) - La divisione dei compiti (chi fa che cosa) - Le risorse (cosa serve) - Lo spazio (dove si svolge il lavoro) - I tempi (quanto tempo è necessario per ogni azione) Attivazione – Sviluppo progettuale → Azioni = azioni che permettono all’utente di raggiungere l’obiettivo Esempio PdV Mamma (Mamma Marina – Figlio Fabio) Dimensione: Gestione della vita quotidiana Organizzare gli impegni personali e del bambino durante la giornata Problema condiviso: difficoltà a ricordarsi i propri appuntamenti dallo psicologo e ad arrivare in orario a prendere il bambino alla scuola dell’infanzia Obiettivo Generale: accrescere le competenze di organizzazione degli impegni quotidiani → Azioni = co-responsabilizzazione → azioni svolte da educatori, utente e altre forme professionali e non → Se le azioni le propongo senza aver consultato l’utente vi è il rischio di assenso → L’assenso si origina quando mi sento giudicato.

Scene 8 (7m 11s)

Lezione 11.12.2023 Dalla scrittura del progetto alla valutazione e verifica Le fasi del processo di co-progettazione negli approcci dialogici partecipati Riprendiamo le definizioni di obiettivi generali e specifici - Obiettivi generali: definiscono il risultato da conseguire a medio-lungo termine, alla conclusione dell'intervento educativo; designano processi di apprendimento complessi in rapporto a specifiche aree di apprendimento. Indicano mete coerenti con le finalità professionali dell’operatore sociale. Devono essere formulati all’infinito. → Gli obiettivi generali devono avere il verbo all’infinito, deve essere una macro-finalità e deve avere un contesto collegato alla macro-finalità - Obiettivi specifici: designano prestazioni semplici e osservabili. Devono essere formulati come mete da raggiungere a breve-medio termine, che concorrono a perseguire un obiettivo generale. Devono essere formulati in modalità SMART → Gli obiettivi specifici devono essere interventi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi generali → Ogni obiettivo generale deve avere al massimo 2/3 obiettivi specifici.

Scene 9 (7m 50s)

Elaborazione del progetto scritto - La stesura del progetto scritto dovrà contenere la descrizione dell’intero processo di progettazione. Scrivere significa dichiarare, mettere su carta, tracciare e comporre, lasciare traccia dando visibilità e condivisione. - Implica anche l’essere d’accordo su quello che si dichiara, che si traccia, individualmente o collettivamente, vuol dire lasciare un termine di riferimento, più o meno definitivo, più o meno inderogabile e imprescindibile, di confronto e di richiamo. - L’esigenza di una stesura scritta di quanto s’intende realizzare, favorisce l’esplicitazione e la verifica delle intenzioni e della comprensione delle stesse da parte degli interessati, chiarendo i termini di riferimento del progetto partecipato. → Importante scrivere il progetto per: - Evitare mal interpretazioni - Eventuali cambi di personale (cosicché siano al corrente di quanto accade in struttura) - Confrontarlo nel tempo Attivazione-realizzazione Svolgimento degli interventi e delle attività programmate con una valutazione continua per eventualmente apportare delle modifiche in itinere - Durante lo svolgimento dell’attività socioeducativa l’operatore ha il compito di mettere in atto interventi educativi che favoriscano il perseguimento degli obiettivi concordati, che incoraggino l’impegno nelle azioni funzionali e scoraggino le strategie disfunzionali. - È importante che l’operatore cerchi continuamente di creare e mantenere un clima di fiducia e di cooperazione, di ricerca e apprendimento continuo, valorizzando le potenzialità delle persone con cui opera. Monitoraggio, regolazioni, recettività agli imprevisti e alle scoperte - L’operatore dovrà mantenere durante l’intervento il monitoraggio del percorso attuato e quindi dovrà dotarsi di strumenti di raccolta delle informazioni che emergono in itinere e dall’auto-osservazione (griglie di osservazione, diario di bordo...). - Non basta avere buone e chiare intenzioni, o una pianificazione esaustiva per assicurare che il percorso scelto porti ai risultati attesi poiché l’esito del percorso progettuale dipende da diversi fattori esterni e interni (contesto, persone, risorse, aspetti relazionali, …). - Il monitoraggio ha come scopo di seguire e verificare l’andamento e consentire di rilevare delle necessità d’intervento di adattamento del progetto in considerazione di sviluppi e variabili inattese. Valutazione e verifica Definizione delle modalità di valutazione continua e di verifica del progetto Le pratiche di valutazione sono intese come un momento di lettura dell'esperienza svolta, strumenti per dirigere e orientare la continuità e coerenza del progetto, individuare nuovi obiettivi di lavoro utili all’eventuale riformulazione del progetto, confermare o modificare quelli già identificati. Le pratiche di valutazione si suddividono nella valutazione in itinere e nella verifica al termine del progetto. Durante gli incontri con gli attori coinvolti nel progetto è importante che gli operatori condividano le modalità di valutazione in itinere del processo attuato, pensando alle possibilità di incontri intermedi, pianificati e al bisogno, con le persone coinvolte nel progetto,.

Scene 10 (8m 55s)

per potersi confrontare in una modalità dialogica partecipata sul percorso attuato e sulle eventuali modifiche da apportare al progetto. L’operatore sociale dovrà pure individuare e concordare i tempi e le modalità di verifica del raggiungimento degli obiettivi specifici. Più la valutazione è co-costruita ed esplicita con le persone implicate direttamente nella parte del progetto più si costruiscono significati funzionali condivisi nella prospettiva dialogica. Valutazione in itinere Valutare significa svolgere considerazioni complesse e qualitative sulla globalità delle problematiche e delle esperienze vissute anche al di fuori di quanto evidenziato nel percorso relativo al raggiungimento di particolari obiettivi socioeducativi. Il processo di monitoraggio del percorso concordato avviene solitamente attraverso: - L’osservazione partecipata - L’istituzione di momenti formali di confronto dialogale con gli attori coinvolti nel progetto sui significati attribuiti al percorso intrapreso (processo) e agli effetti rilevati (prodotti). Valutazione in itinere Nel processo valutativo è possibile valutare diversi aspetti del percorso intrapreso: - Valutare l'efficacia di un intervento socioeducativo, ossia formulare un insieme di considerazioni che ci esplicitano quanto è stata utile, in una particolare situazione, una determinata scelta operativa. L'analisi retrospettiva dell'intervento svolto deve toccare tutte le fasi del lavoro, dalle pratiche osservative agli obiettivi posti, i metodi scelti, la gestione delle risorse: questi elementi saranno fonti di dati importanti per programmare nuove fasi dell'intervento socioeducativo. → Concetto di efficienza: massimo risultato con il minor impiego di risorse Valutazione in itinere - Valutare la coerenza dell'intervento socioeducativo svolto, ossia evidenziare le eventuali divergenze tra l'intenzione che ha portato a metterlo in atto e la sua realizzazione, cioè tra l'intenzione e il risultato. - Valutare l'integrazione dell’intervento socioeducativo, ossia analizzare la compatibilità dell’intervento con le esperienze e le storie di vita del contesto in cui si sviluppa, con le idee e l’agire delle altre persone significative che ruotano intorno alla situazione- problema a cui l’intervento è rivolto. → Integrazione non intesa come integrazione dell’utente nella società, bensì nel senso che l’intervento è integro nei suoi valori (es: ragazzo vuole fare la patente del motorino ma bisogna capire se i genitori sono d’accordo) Verifica Per verifica si intende la valutazione finale dello scarto tra le attese concordate e i risultati ottenuti, tenendo conto anche degli esiti inattesi che comunque possono avere delle ricadute positive sulla qualità della vita della persona (e della sua rete). La verifica considera i dati emersi dalla valutazione in itinere e struttura un giudizio complessivo condiviso con gli attori coinvolti sui risultati del progetto in relazione alla coerenza tra idea progettuale, finalità, obiettivi e risultati (processo progettuale). → Il cambiamento/verifica è che l’utente non si veda più come una persona svantaggiata.